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Alvaro Piccardi - FOTO ©Roberta Balduzzi |
Tolstoj racconta, infatti, la storia di un uomo che uccide la moglie per gelosia: il protagonista parla della sua esperienza con l'altro sesso dai primi approcci fino al fallimentare matrimonio, per "giustificare" le ragioni di un delitto tanto efferato. L'uomo ripercorre, quindi, i momenti cruciali della sua esistenza, esprimendo le proprie opinioni su sessualità e amore e arrivando persino a teorizzare la castità come unica paradossale via di scampo per evitare conflitti, pur a costo di rinunciare all'evoluzione della specie umana.
L'evento che scatena la gelosia del protagonista è la presenza di un violinista nella propria abitazione e l'assidua frequentazione dello stesso da parte della consorte; la moglie di Tolstoj negli anni della pubblicazione del romanzo s'infatuò, in effetti, di un musicista e la scoperta dovette turbare profondamente l'animo dello scrittore, che traspose il proprio tumulto interiore nelle pagine scritte.
La drammaticità della situazione raccontata e la forza dei sentimenti del protagonista rendono il testo di Tolstoj adatto alla forma del monologo e sono qui delineate da Piccardi attraverso un'interpretazione denotata da freddo sarcasmo, che si risolve nella relazione distaccata della vicenda. La scena è costituita da un tappeto rosso e da sette sedie, tante quante i protagonisti della storia (la coppia e i cinque figli), cui l'attore cambia posizione durante il proprio racconto, creando una sorta di linguaggio visuale che accompagna il monologo. Quello compiuto da Piccardi è, pertanto, un percorso nell'interiorità del personaggio di cui rappresenta le zone più conturbanti dell'animo, pur senza esemplari slanci interpretativi.
Roberta Balduzzi (da www.cinemaeteatro.com 10/05/2010 - Foto di Roberta Balduzzi)

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