La protagonista dello spettacolo, Ersilia Drei, conserva tutte le prerogative dei personaggi pirandelliani: accetta, anzi desidera vestire le maschere che gli altri le hanno imposto e continuano a imporle, ma la fa con sofferenza. Questa situazione di profondo disagio della donna è seguita con sguardo critico dagli altri personaggi della commedia e rappresentata sulla scena in tutto il suo svolgimento, fino al cedimento finale della protagonista.
Questo aspetto del dramma pirandelliano ha indotto il regista dello spettacolo, Luca Fusco, a richiamare nella messinscena un prodotto della nostra società, i famigerati reality show, utilizzati qui come modello d’intrusione nella vita altrui. Nel caso della protagonista, è la carta stampata il mezzo di comunicazione cui si affida per raccontare se stessa o meglio un’immagine di se stessa alterata dal desiderio di essere diversa. Tuttavia, la finzione cede presto il passo alla realtà ed Ersilia non riesce a reggere il confronto con una società che non accetta la sua vera identità: se all’inizio dello spettacolo il suicidio della donna viene sventato, il suo estremo tentativo di calarsi nelle vesti di una personalità fittizia fallisce e, nel finale, il peso della sua condizione induce Ersilia al compimento del tragico intento iniziale. Per realizzare questa allusione alla tv del voyeurismo, Luca Fusco si affida alle scene di Fabrizio Plessi, che crea una cornice di schermi in cui sono proiettate le immagini della vicenda e, in particolare, il volto della protagonista, che si moltiplica di fronte agli occhi degli spettatori, creando una dispersione di immagini, che alludono alla confusione della sua identità. A supportare questa interessante scelta scenografica, c’è l’interpretazione degli attori, una compagnia d’indiscusso valore, qui ampiamente confermato. Bravissima Gaia Aprea, che, nei panni di Ersilia Drei, recita con naturalezza, pur imprimendo la necessaria drammaticità al suo personaggio.
Nel complesso, Vestire gli ignudi è uno spettacolo raffinato, con poche ed essenziali scelte registiche, volte a sondare il significato dell’opera pirandelliana, ma anche a tracciare, seppure mantenendo la debita distanza, un significativo ritratto del nostro tempo.
Testo: Luigi Pirandello Regia: Luca De Fusco Interpreti: Gaia Aprea, Enzo Turrin, Anita Bartoloucci, Alberto Fasoli, Max Malatesta, Giovanna Mangiù, Paolo Serra Scene: Fabrizio Plessi Costumi: Maurizio Millenotti Luci: Gigi Saccomandi Musiche: Antonio Di Pofi
Roberta Balduzzi (da www.cinemaeteatro.com 17-04-2010 - Foto di Tommaso Le Pera)
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