Monday, 24 May 2010

Parti oscure (IT)


Ernesta Argira - Photo ©Roberta Balduzzi

Fondata nel 2005 dal regista Marco Ghelardi, la compagnia savonese Salamander è da qualche anno un punto di riferimento importante per il teatro in Liguria, avendo accolto molti giovani e valenti attori e proponendo interessanti riletture di classici (non solo teatrali), nonché nuovi testi ricchi di stimoli. Marco Ghelardi ha, infatti, ideato un suo modo originale di fare teatro, con l'obiettivo di rendere la drammaturgia fruibile agli spettatori contemporanei, quindi veicolo di comunicazione in una società bisognosa di cultura quale la nostra.

La rappresentazione messa in scena ora al Teatro Garage di Genova è una divertente digressione intorno ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Lo spettacolo, scritto e diretto da Ghelardi, non si concentra, infatti, sulla vicenda principale, né si sofferma sui protagonisti del romanzo di Manzoni, bensì su una figura che nessuno può ricordare, in quanto viene citata solo una volta in tutta la narrazione. Il personaggio in questione è Marta, la serva dell'Innominato, l'unica frequentatrice del castello del malvagio brigante a cui l'autore abbia dato un nome.
Lo spettacolo è articolato in due parti: protagonista della prima è un'attrice che attende di conoscere il proprio ruolo in una rappresentazione dei Promessi Sposi. Mentre aspetta la telefonata del regista Alessandro, Marta (questo è il suo nome) ripercorre i personaggi del romanzo manzoniano, convincendosi che le verrà certamente offerta l'agognata interpretazione di Lucia. La delusione è tuttavia cocente quando scopre che le è stato assegnato un ruolo del tutto secondario, quello della serva Marta, appunto. La decisione di non accettare l'offerta lascia spazio all'impossibilità di rifiutare, perché l'attrice resta imprigionata nella finzione dello spettacolo, che sarà costretta a recitare. A questo punto, inizia la seconda parte della messinscena, con l'irruzione sul palco della manzoniana Marta, che rivendica l'importanza del suo personaggio, in virtù, appunto, del nome proprio che l'autore lombardo ha affidato a lei sola e non alla vecchia, né ai bravacci presenti nel castello dell'Innominato, appellati solo con soprannomi o nomi comuni. Forte di questa illusione, Marta racconta alcuni retroscena della vicenda, svelando agli spettatori aspetti sconosciuti degli altri protagonisti del romanzo. Una tirata sui personaggi secondari nella letteratura e nella vita lascia spazio a una riflessione più profonda, che va oltre alla comicità che caratterizza fortemente lo spettacolo. A tratti esilarante è soprattutto la seconda parte della rappresentazione in cui la giovane attrice Ernesta Argira si conferma interprete di grande interesse e indubbia bravura. La prima Marta è invece affidata alliù matura Mariella Speranza, che, forte di molte esperienze sulla scena genovese e ligure, avvalora qui le sue doti attorali, grazie a una prova disinvolta. La scena e i costumi sono ridotti all'osso in uno spettacolo che si giova soprattutto delle parole e dell'interpretazione, nonché di una regia vivace e accurata.

Roberta Balduzzi (da www.cinemaeteatro.com 24/05/2010 - Foto di Roberta Balduzzi)

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