Saturday, 29 May 2010

Le diable en partage (IT)

Torna al Teatro della Corte il tradizionale appuntamento di fine stagione con la Rassegna di drammaturgia contemporanea, che prevede ogni anno la rappresentazione di testi di nuovi autori della scena internazionale.
Si tratta di un'occasione importante, che, a partire dal 1996, ha permesso la sperimentazione di oltre quaranta nuovi spettacoli, poi entrati nella produzione delle stagioni a venire.
Quest'anno la rassegna comprende tre messe in scena, che, dopo l'esordio a Genova al Teatro della Corte, saranno replicate a Bordighera e a La Spezia. Lo scenario genovese è ancora quello della Piccola Corte, un insolito spazio che prevede la presenza sul palco della Corte degli spettatori, disposti in gradinate che rimandano alla struttura del teatro antico e che favoriscono la vicinanza tra interpreti e pubblico. Si tratta di una soluzione non certo comoda per i presenti in sala che però risulta l'ideale per favorire l'intimità e il calore necessari a messe in scena connotate da forte coinvolgimento emotivo, come sono, di norma, quelle rappresentate.

A conferma di questa peculiarità delle mise en espace, il primo spettacolo di questa edizione, Le diable en partage del drammaturgo francese Fabrice Melquiot, è un testo di forte pathos, che ripercorre, attraverso la storia di una famiglia, la tragedia della guerra in Jugoslavia negli anni '90 del secolo scorso. Il sanguinoso evento, che ha visto coinvolte in una cruenta guerra civile le popolazioni slave, è rappresentato da Melquiot in tutta la sua atrocità, attraverso l'odio profondo emerso tra le genti che abitavano quei territori.
Il dramma parla di un uomo serbo, Larko (Davide Pedrini), che si vede costretto a prendere parte a una guerra che non condivide, tanto più che la donna che ha sposato è bosniaca. Il tragico presente s'intreccia sulla scena con flashback in cui viene descritto un passato nel quale Lorko trascorreva una spensierata esistenza da ventenne con il fratello Jovan (Manuel Zicarelli) e l'amico Alexandre (Maximilian Dirr) e nulla avrebbe lasciato presagire tanta sofferenza. La storia di Larko, rappresentata nel proscenio, s'intreccia quindi con quella di Jovan, di Alexandre e di tutta la famiglia, compresa la moglie Elma (Antonietta Bello). Le vicende del gruppo familiare, con Jovan e Alexandre che vanno e vengono dal fronte di giorno in giorno più provati, sono rappresentate su un palco in cui è riprodotta l'abitazione, ormai fatiscente, della famiglia di Lorko. Lo spettacolo prosegue con questo doppio punto di vista, anche quando Lorko diserta e fugge in Francia, nella speranza di costruire una nuova vita, mentre in patria l'opera di distruzione coinvolge tutti: Alexandre subisce terribili ferite fisiche, Jovan è influenzato dalla dilagante corruzione morale, i genitori non tollerano più una situazione di cui sono osservatori inermi, Elma è vittima del crescente odio razziale e ideologico. La rappresentazione è cadenzata da rumori e suoni: le granate che esplodono e i latrati dei cani immaginari che disturbano il sonno di Jovan si alternano alla voce di Elma, che canta per sconfiggere la paura. Questo crescendo acustico culmina nel canto liberatorio di tutta la famiglia sulle note di Bridge Over Troubled Water (celebre brano di Simon and Garfunkel), interrotto bruscamente dal sopraggiungere improvviso di un nuovo bombardamento.
La regia di Filippo Dini è denotata da scelte felici al fine della realizzazione del contesto bellico e della sua influenza negativa sull'interiorità dei protagonisti, ma risente di un andamento piuttosto lento, che tende a inficiarne il ritmo. Bravi gli interpreti, per lo più attuali allievi della Scuola del Teatro Stabile di Genova, tra cui si distingue, in particolare, Manuel Zicarelli.
Roberta Balduzzi (da www.cinemaeteatro.com 28/05/2010 - Foto di P.Lanna)

No comments :

Post a Comment

"